Dato che il settore dell’illuminazione si trova sull’orlo di una spettacolare rivoluzione basata su nuove tecnologie, probabilmente la strada più rapida ed economicamente conveniente per ridurre a livello planetario l’uso di energia è semplicemente quella di sostituire le lampadine.
Il primo progresso ottenuto in questo campo è giunto con le lampadine fluorescenti compatte (LFC), che consumano il 75% in meno di energia delle vecchie e inefficienti tradizionali lampadine a incandescenza ancora oggi largamente usate. Rimpiazzarle con le lampade fluorescenti compatte può ridurre di tre quarti l’elettricità usata per l’illuminazione. Lungo il suo arco di vita, ogni lampada fluorescente compatta standard di potenza pari a 13 watt riduce la bolletta di circa 30 dollari. Nonostante una lampada fluorescente compatta possa costare il doppio rispetto alle lampadine tradizionali, essa durerà 10 volte tanto. Ognuna di queste lampadine, durante la sua vita, permette di ridurre il fabbisogno di energia pari a 90 chilogrammi di carbone. Come riferimento, l’energia risparmiata dal rimpiazzo di una lampadina a incandescenza da 100 watt con una equivalente lampada fluorescente compatta nell’intero arco di funzionamento è sufficiente a spingere una Toyota Prius ibrida da New York a San Francisco.8
La produzione di lampade fluorescenti compatte in Cina, che copre l’85% del totale mondiale, è balzata da 750 milioni di unità nel 2001 ai 2,4 miliardi nel 2006. Le vendite negli Stati Uniti sono aumentate dai 21 milioni di lampade fluorescenti compatte nel 2000, ai 397 milioni del 2007. Degli stimati 4,7 miliardi di punti luce negli Stati Uniti, oggi circa un miliardo usa lampade fluorescenti compatte.9
Il mondo si sta indirizzando verso una svolta legislativa diretta alla sostituzione completa delle lampadine inefficienti. Nel febbraio 2007, l’Australia ha annunciato di voler progressivamente sospendere la vendita delle incandescenti per il 2010, sostituendole con lampade fluorescenti compatte. Successivamente è seguito il Canada con un obiettivo simile per il 2012. All’inizio del 2009, l’Unione Europea ha approvato un programma per la sospensione della vendita delle lampadine incandescenti, capace di far risparmiare ogni anno tra i 25 e i 50 euro al consumatore europeo.10
Il Brasile, colpito da un deficit energetico tra il 2000 e il 2002, ha reagito con un ambizioso programma di sostituzione delle lampadine a incandescenza con le fluorescenti compatte. Il risultato è che oggi si stima ne facciano uso la metà dei punti luce in Brasile. Nel 2007, la Cina, in collaborazione con il Global Environment Facility, ha annunciato un programma di sostituzione completa entro un decennio delle lampadine a incandescenza con sistemi d’illuminazione più efficienti. Anche l’India sta pianificano l’eliminazione progressiva delle lampadine a incandescenza entro il 2012.11
I rivenditori stanno partecipando a questo cambiamento. Wal-Mart, la più grande catena di negozi al mondo, ha lanciato nel 2007 un’ambiziosa campagna promozionale per portare le proprie vendite totali di lampadine fluorescenti sul mercato statunitense a oltre 260 milioni di pezzi. Currys, la maggiore catena di rivenditori di materiale elettrico in Gran Bretagna, è andata anche oltre interrompendo la vendita delle lampadine a incandescenza nel 2007.12
Per gli uffici, i centri commerciali e le industrie, dove i neon sono molto diffusi, la via del risparmio energetico consiste nella loro sostituzione con modelli più avanzati, anche più efficienti delle lampade compatte. Dal momento però che i neon hanno un ciclo di vita molto lungo, molti di quelli utilizzati si affidano ancora a una tecnologia vecchia, con una minore efficienza energetica. Un altro progresso di grande importanza nell’illuminotecnica è il diodo a emissione luminosa (LED), che utilizza fino all’85% in meno di elettricità rispetto alle lampadine a incandescenza. Nonostante i LED siano l’ultima frontiera nell’efficienza luminosa, presentano un costo ancora elevato per la maggior parte degli impieghi. Essi stanno comunque rapidamente conquistando quota in numerosi mercati di nicchia, come ad esempio l’illuminazione semaforica, dove attualmente coprono il 52% del mercato statunitense, e l’illuminazione della segnalazione delle vie d’uscita negli edifici, per la quale hanno raggiunto l’88% delle vendite negli Stati Uniti. La città di New York ha sostituito le lampadine a incandescenza con i LED in molti semafori, abbattendo i costi energetici e di manutenzione di 6 milioni di dollari annui. All’inizio del 2009, il sindaco di Los Angeles Antonio Villaraigosa ha comunicato che la città avrebbe rimpiazzato i suoi 140 mila lampioni stradali con LED, facendo risparmiare ai contribuenti 48 milioni di dollari nei prossimi sette anni. La riduzione nelle emissioni di anidride carbonica che deriva da questi interventi equivale a levare dalla strada 7.000 autoveicoli.13
Anche le università stanno partecipando. L’Università di California-Davis ha dato il via alla Smart Lighting Initiative. Uno dei suoi primi progetti a concretizzarsi è stato la sostituzione di tutte le lampadine in un parcheggio del campus con i LED, riducendo drasticamente i consumi elettrici. Il successo dell’iniziativa si è evoluto nel “LED University”, un progetto con l’obiettivo di diffondere questa tecnologia. Tra i primi ad aver adottato l’idea troviamo: l’Università di California-Santa Barbara, il Politecnico Universitario di Tianjin in Cina e l’Università dell’Arkansas.14
I LED offrono un altro grande vantaggio economico. Mentre le lampade fluorescenti compatte durano 10 volte di più di quelle a incandescenza, i LED arrivano a 50 volte tanto. Infatti, un tipico LED installato al momento della nascita di un bambino funzionerà ancora quando il giovane terminerà gli studi universitari. I risparmi per le imprese commerciali, sia per le bollette elettriche basse che per la quasi totale eliminazione dei costi di manutenzione, compensano largamente i maggiori costi iniziali.15
Oltre che con la sostituzione delle lampadine, l’energia può essere risparmiata semplicemente spegnendo le luci quando non vengono utilizzate. Ci sono numerose tecnologie per farlo, compresi i sensori di movimento che spengono le luci negli uffici quando non c’è nessuno, ma anche nei soggiorni, nei bagni, nei corridoi e nelle trombe delle scale. Sensori e potenziometri possono anche essere usati negli ambienti interni per sfruttare la luce naturale in modo da contenere l’impiego dell’illuminazione artificiale. Nelle città i potenziometri possono essere utili pure nella riduzione dell’intensità delle luci nelle strade. A conti fatti queste tecnologie intelligenti applicate all’illuminazione portano il consumo dei LED a meno del 10% di quanto non richieda una lampadina a incandescenza.16
Per riassumere, il passaggio alle lampade fluorescenti compatte nelle abitazioni, alle tecnologie più avanzate per i neon negli uffici, nei centri commerciali e nelle fabbriche, e ai LED per i semafori potrebbe ridurre la quota del consumo elettrico mondiale utilizzata per l’illuminazione, dal 19 attuale al 7%. Ciò permetterebbe di risparmiare tanta elettricità da poter chiudere 705 delle 2.670 centrali a carbone nel mondo. Qualora il costo elevato dei LED scendesse più rapidamente di quanto previsto, rendendo possibile un’adozione di massa, i guadagni derivanti dall’efficienza nell’illuminazione sarebbero ancora più consistenti del previsto.17
In un mondo che si trova davanti, ormai quotidianamente, a nuove dimostrazioni del cambiamento climatico e dei suoi effetti, occorre una rapida e decisiva vittoria nella lotta al taglio delle emissioni di anidride carbonica e alla stabilizzazione del clima. Un passaggio veloce alle più efficienti tecnologie nell’illuminazione permetterebbe proprio questa vittoria, dando il via a una spinta ancora più consistente nella stabilizzazione del clima.