PIANO B 4.0 | 4.2 Apparecchiature elettriche energeticamente efficienti


Così come le lampade fluorescenti compatte permettono notevoli risparmi di energia elettrica rispetto a quelle a incandescenza, vi sono simili differenze di rendimento per molti elettrodomestici, come ad esempio i frigoriferi.

L’Energy Policy Act del 2005 negli Stati Uniti fu concepito proprio per sfruttare alcuni di questi potenziali di risparmio, innalzando gli standard di efficienza degli elettrodomestici tanto da poter chiudere 29 centrali elettriche a carbone. Altre disposizioni della legge come incentivi fiscali per incoraggiare l’adozione di tecnologie a efficienza energetica, il passaggio a un maggior quantitativo di produzione combinata di energia elettrica e calore (cogenerazione), l’adozione di tariffe elettriche a fasce orarie (una misura che scoraggerà  l’utilizzo dell’elettricità  non necessaria nelle ore di picco della domanda) dovrebbero ridurre la domanda in modo tale da evitare la costruzione di altre 37 centrali a carbone.

Gli standard di efficienza degli apparecchi elettrici e altri interventi legislativi contribuiranno in misura sostanziale anche alla contrazione del consumo di gas naturale. Tutte insieme, queste misure sono progettate per ridurre nel 2020 i consumi elettrici e di gas del settore residenziale di oltre 20 miliardi di dollari.18 Sebbene il Congresso degli Stati Uniti abbia approvato leggi mirate a innalzare l’efficienza di circa 30 categorie di apparecchi domestici e industriali (dai frigoriferi ai motori di taglia industriale) il Department of Energy (DOE) ha omesso per molti anni la pubblicazione degli standard di riferimento necessari all’applicazione della legge. A fine di porre rimedio a questa situazione, solo pochi giorni dopo l’insediamento, il Presidente Barack Obama ha ordinato al DOE di redigere la regolamentazione per rendere operativa la legge.19

Nel campo degli elettrodomestici, è in Cina che si svolge la sfida maggiore. Nel 1980 le industrie cinesi hanno prodotto solo 50 mila frigoriferi, e quasi tutti per uso nazionale; nel 2008 sono stati assemblati 48 milioni di frigoriferi, 90 milioni di tv a colori, 42 milioni di lavatrici, molti dei quali per esportazione.20 La penetrazione di mercato di questi moderni apparecchi nei contesti urbani della Cina è attualmente già  simile a quella dei paesi industrializzati: ogni 100 abitazioni vi sono 138 tv a colori, 97 lavatrici e 88 condizionatori d’aria. Persino nelle aree rurali troviamo tv a colori nel 95% delle case e lavabiancheria nel 46%. La fenomenale crescita della domanda di elettrodomestici in Cina, unita allo straordinario sviluppo industriale, ha fatto aumentare di undici volte il livello dei consumi nazionali di elettricità  dal 1980 al 2007. Nonostante la Cina abbia definito fin dal 2005 degli standard per la maggior parte degli elettrodomestici, questi non sono ancora strettamente applicati.21

L’altra maggiore concentrazione di elettrodomestici è nell’Unione Europea, dove risiedono 495 milioni di persone. Greenpeace fa notare che nonostante gli europei consumino mediamente la metà  di energia elettrica rispetto agli americani, essi hanno anche grandi margini di riduzione dei consumi. Ad esempio, un frigorifero europeo consuma a malapena la metà  di uno americano, ma il modello più efficiente sul mercato internazionale consuma oggi solo un quarto rispetto a un tipico frigorifero europeo. Vi è pertanto un grande margine di miglioramento.22

Ma il percorso dell’efficienza non finisce qui, visto che l’innovazione tecnologica ne aumenta continuamente il potenziale. Il Top Runner Program giapponese è il sistema più dinamico al mondo per aggiornare gli standard di efficienza degli elettrodomestici. In questo sistema, il modello con le migliori performance di oggi impone lo standard di ciò che potrà  esser venduto domani. In questo modo, dalla fine degli anni Novanta alla fine del 2007, il Giappone ha migliorato gli standard di efficienza degli elettrodomestici, a seconda del tipo, per valori oscillanti dal 15 all’83%. Questo processo è in permanente evoluzione poiché sfrutta i miglioramenti tecnologici nel campo dell’efficienza energetica. Un rapporto del 2008 indica che il Top Runner Program sta superando le già  ambiziose aspettative, per tutti gli apparecchi e spesso con un ampio margine.23

In un’analisi del potenziale di risparmio energetico al 2030 a seconda del tipo di apparecchio, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) pone in cima alla lista il consumo per lo stand-by, presente anche quando le apparecchiature non sono operative. L’elettricità  usata nel mondo dagli apparecchi nella modalità  di stand-by arriva fino al 10% dei consumi elettrici totali. A livello di singola unità  abitativa, nei paesi dell’OCSE l’energia assorbita dallo stand-by si aggira sui 30 watt mentre negli Usa e in Nuova Zelanda va oltre i 100 watt. Visto che questa energia elettrica viene richiesta lungo l’intero arco della giornata, anche se si tratta di un wattaggio basso, il consumo totale risulta consistente.24

Alcuni governi hanno limitato a un watt per apparecchio i valori di potenza di stand-by di televisori, computer, forni a microonde, lettori CD e DVD e così via. La Corea del Sud, ad esempio, ha programmato di arrivare al valore di un watt per molti tipi di apparecchi entro il 2010. L’Australia si prefigge lo stesso obiettivo entro il 2012 per quasi tutte le apparecchiature.25

Uno studio statunitense ha stimato che approssimativamente il 5% della domanda residenziale di elettricità  è da attribuire alle apparecchiature in stand-by. Se questo valore dovesse scendere dell’1%, cosa che potrebbe essere fatta facilmente, si avrebbe una riduzione della domanda tale da evitare la costruzione di 17 centrali a carbone. Se la Cina dovesse ridurre i suoi sprechi si potrebbe evitare la costruzione di un numero ancora maggiore di centrali.26

Una sfida per l’efficienza si è recentemente affacciata con l’invasione sul mercato di televisori dotati di ampio schermo piatto che facilmente consumano il doppio dell’energia di quelli tradizionali a tubo catodico. Se lo schermo piatto è un modello al plasma molto grande, può arrivare a utilizzare il quadruplo dell’elettricità . Nel Regno Unito, alcuni membri del Consiglio dei ministri stanno proponendo il bando degli energivori televisori piatti al plasma. La California sta pensando di ridurre il consumo elettrico di tutti i nuovi televisori di un terzo entro il 2011 e del 49% per il 2013.27

I consumatori spesso non acquistano il modello più energeticamente efficiente a causa del più alto costo iniziale, sebbene questo venga ampiamente ripagato dai ridotti costi operativi lungo il suo arco di vita. Se, invece, venisse presa in considerazione una carbon tax che riflettesse il costo del cambiamento climatico, gli elettrodomestici più efficienti diventerebbero molto più convenienti economicamente. L’obbligo di esporre un’etichettatura indicante i consumi energetici aiuterebbe i consumatori a scegliere più saggiamente.
Uno standard di riferimento mondiale sull’efficienza degli elettrodomestici, che avesse come riferimento i modelli più all’avanguardia sul mercato, porterebbe a un risparmio nel settore delle apparecchiature domestiche pari o superiore a quel 12% ottenibile con un’illuminazione efficiente. In questo modo anche solo i guadagni combinati dati da illuminazione e apparecchiature a maggior efficienza energetica ci permetterebbero di evitare la costruzione di 1.410 nuove centrali a carbone, un numero superiore alle 1.283 che l’International Energy Agency (IEA) stima verranno realizzate entro il 2020.28

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