L’obiettivo di questo capitolo era quello di identificare soluzioni in grado di compensare quel 30% di aumento del fabbisogno energetico prospettato dalla International Energy Agency (IEA) tra il 2006 e il 2020. Io e i miei colleghi siamo fiduciosi che le misure proposte andranno anche oltre l’annullamento della crescita prevista della domanda energetica.112
Passare a un’illuminazione più efficiente energeticamente può far calare la domanda elettrica mondiale del 12%. Per quanto concerne le apparecchiature, la chiave per aumentare l’efficienza energetica è quella di stabilire degli standard internazionali che rispecchino i modelli più efficienti sul mercato, aumentando regolarmente questo livello man mano che le tecnologie progrediscono. Questo è in realtà non altro, se non la versione globale del programma giapponese Top Runner per aumentare l’efficienza degli elettrodomestici. Questo intervento ha delle potenzialità tali da permettere un risparmio energetico entro il 2020 almeno corrispondente ai risparmi nel settore dell’illuminotecnica. La combinazione di lampadine ed elettrodomestici più efficienti, con una rete intelligente che usa tariffe diversificate in funzione dell’orario, sensori di picco della domanda e le molte altre tecnologie descritte in questo capitolo, aprono enormi possibilità per ridurre sia la richiesta globale di elettricità che il suo picco di domanda.113
E’ facile sottostimare il potenziale per la riduzione della domanda elettrica. Negli Stati Uniti, il Rocky Mountain Institute calcola che se almeno i 40 stati peggiori nella lista dell’efficienza energetica, raggiungessero i primi 10 più virtuosi, la domanda di elettricità nazionale potrebbe essere abbattuta di un terzo. Ciò permetterebbe la chiusura del 62% delle centrali elettriche a carbone degli Stati Uniti. Tuttavia, anche i paesi più efficienti hanno un sostanziale potenziale di risparmio aggiuntivo del consumo elettrico e certamente stanno pianificando di continuare a ridurre le emissioni di CO2 e risparmiare denaro.114
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, la chiave a breve termine per la riduzione della richiesta di petrolio e delle emissioni di anidride carbonica, si identifica nel passaggio ad automobili efficienti a basso consumo di carburante (compresi i veicoli elettrici), diversificando i sistemi di trasporto urbano e costruendo linee ferroviarie ad alta velocità tra le città , modellate sull’esempio di quelle giapponesi ed europee. Questo passaggio da sistemi di trasporto basati sull’automobile a sistemi diversificati si manifesta nelle azioni di centinaia di sindaci in tutto il mondo che affrontano ogni giorno la congestione del traffico e l’inquinamento dell’aria. Si stanno inventando soluzioni ingegnose per limitare non soltanto l’uso dell’automobile, ma anche la sua vera e propria necessità . Al calare della presenza delle auto nelle zone urbane, la natura della città stessa cambierà .
All’interno del settore industriale il potenziale per la riduzione del consumo di energia è grande. Nell’industria petrolchimica, passare alle più efficienti tecnologie di produzione attualmente disponibili e riciclare più plastica rende possibile una riduzione del 32% della domanda di energia. Per quanto riguarda l’industria metallurgica, i miglioramenti nell’efficienza produttiva possono ridurre i consumi del 23%. Risparmi ancora maggiori sono a portata di mano nella produzione del cemento: solamente con l’adozione di migliori tecnologie come il forno a secco, si prevedono risparmi del 42%.115
Relativamente al settore edile, persino negli edifici più antiquati esiste una redditizia possibilità di risparmio energetico poiché le riqualificazioni energetiche possono abbattere i consumi del 20-50%. Come abbiamo sottolineato, una riduzione dei consumi di energia, combinata con l’utilizzo di elettricità verde per riscaldare, raffrescare e illuminare l’edificio sta a significare che è possibile realizzare edifici a emissioni zero più facilmente di quanto si possa immaginare.
Un modo semplice per raggiungere questi risultati passa attraverso una tassa sulle emissioni di anidride carbonica (carbon tax), che aiuterebbe a porre l’attenzione sui reali costi insiti del bruciare carburanti fossili. Si suggerisce di incrementare l’imposta sulla CO2 di 20 dollari a tonnellata ogni anno per i prossimi 10 anni, fino a un totale di 200 dollari (in media 55 dollari a tonnellata). Sebbene questa cifra possa apparire eccessiva, in realtà non riesce nemmeno a coprire tutti i costi indiretti dei carburanti fossili, purtuttavia incoraggia lo stanziamento di investimenti, sia nell’efficienza energetica che nelle fonti di energia a emissioni zero.
Nel tentativo di migliorare l’efficienza energetica, come descritto in questo capitolo, abbiamo trovato delle piacevoli sorprese nello scoprire il vasto potenziale esistente per realizzarla. Adesso sposteremo l’attenzione verso lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile del pianeta, dove vi sono altrettante fantastiche possibilità.