PIANO B 4.0 | 5.1 Passare all’eolico


Il vento è l’elemento centrale dell’economia energetica del Piano B. è abbondante, a basso costo e disponibile quasi ovunque; è facilmente scalabile e può essere sviluppato in tempi rapidi. I pozzi di petrolio si prosciugano e il carbone sembra aver fatto il suo tempo, ma il vento non può esaurirsi.

Un’indagine mondiale sullo sfruttamento del vento effettuata dal team di Cristina Archer e Mark Jacobson dell’università  di Stanford ha concluso che lo sfruttamento di un quinto dell’energia eolica mondiale potrebbe fornire una quantità  di elettricità  sette volte superiore a quella attualmente necessaria nel mondo. La Cina, ad esempio, con le sue estese pianure spazzate dal vento nelle regioni settentrionali e occidentali del paese, un incalcolabile numero di rilievi montuosi e una lunghissima linea costiera, tutte particolarmente ventose, dispone di potenziale di energia eolica sufficiente a raddoppiare la sua attuale capacità  di generazione elettrica.11

Anche le condizioni degli Stati Uniti sono ottimali. Oltre ad avere abbastanza energia eolica terrestre per superare di diverse volte il fabbisogno nazionale, il National Renewable Energy Lab (Laboratorio nazionale per le energie rinnovabili) ha identificato 1.000 gigawatt (1 gigawatt equivale a 1.000 megawatt) di energia eolica che attendono di essere sfruttati sulla costa orientale e altri 900 gigawatt sulla costa occidentale. Questa capacità  generativa offshore è sufficiente, da sola, ad alimentare l’intera economia statunitense.12

L’Europa sta già  sperimentando l’eolico offshore: un rapporto del 2004 della Garra Hassan, una società  di consulenza tecnica sull’energia eolica, ha concluso che se i governi sviluppassero con decisione le risorse eoliche marine, il vento potrebbe fornire elettricità  per usi residenziali a tutto il continente europeo entro il 2020.13

Da diversi anni a questa parte, un numero limitato di paesi ha dominato la crescita del settore, ma la recente espansione sul mercato globale sta modificandone gli assetti. Ad oggi, 70 paesi nel mondo stanno sfruttando le risorse eoliche. L’energia eolica mondiale sta crescendo a un ritmo frenetico. Dal 2000 al 2008 la potenza eolica installata è cresciuta da 18 mila a un quantitativo stimato pari a circa 120 mila megawatt. Le nazioni in testa per potenza installata sono in questo momento gli Stati Uniti, seguiti da Germania (che è stata fino a poco tempo fa la prima in classifica), Spagna, Cina e India; considerando però che la potenza eolica in produzione in Cina sta raddoppiando ogni anno, il primato degli Stati Uniti potrebbe durare ancora per poco.14

La Danimarca è prima nel mondo per la quota di energia elettrica nazionale proveniente dall’eolico, con il 21% del totale. Quattro Là¤ender del nord della Germania ricavano più di un terzo della loro elettricità  dal vento, mentre a livello nazionale la copertura è pari all’8%, ed è in continua crescita.15

Attualmente, la Danimarca sta progettando l’espansione del parco eolico per coprire il 50% del suo fabbisogno elettrico nazionale, in gran parte sfruttando gli impianti offshore. Quando hanno individuato nell’eolico la fonte principale di approvvigionamento elettrico, i responsabili della pianificazione danesi hanno radicalmente rivoluzionato la politica energetica del loro paese. Il piano consiste nel considerare la fornitura di origine eolica la fonte principale del sistema di produzione elettrico e di usare centrali alimentate da fonti fossili per riempire i vuoti creati dall’intermittenza del vento.16

La Spagna, che ha già  al suo attivo circa 17 mila megawatt, punta a 20 mila megawatt entro il 2010. In Francia, dove è appena cominciato lo sviluppo dell’eolico, il governo ha posto un obiettivo di 25 mila megawatt entro il 2020, di cui 6.000 saranno offshore.17

All’inizio del 2009 gli Stati Uniti disponevano di poco più di 28 mila megawatt di potenza eolica, 38 parchi eolici in costruzione e altri in programmazione per una potenza totale di 300 mila megawatt, in attesa della costruzione della rete di distribuzione.18

Oltre al Texas e alla California, che sta progettando un complesso di parchi eolici da 4.500 megawatt nell’estremo lembo meridionale dello stato, diversi altri stati stanno emergendo come superpotenze eoliche. Clipper Windpower e BP si stanno alleando per costruire Titan, il parco eolico da 5.050 megawatt nell’est del Sud Dakota a cui abbiamo accennato in precedenza. Philip Anschutz, miliardario del Colorado, ne sta sviluppando uno da 2.000 megawatt nel centro-sud del Wyoming; genererà  elettricità  da trasferire in California, Arizona e Nevada.19

Nella parte occidentale degli Stati Uniti, il Maine, dove lo sviluppo dell’eolico è iniziato da poco, sta pianificando lo sviluppo di 3.000 megawatt di potenza, molto più del fabbisogno del milione e 300 mila residenti. Lo stato di New York, che già  possiede 1.300 megawatt di potenza eolica, sta progettando di aggiungerne altri 8.000, la cui generazione avverrà  per la maggior parte nei dintorni dei laghi Erie e Ontario. Presto l’Oregon raddoppierà  la sua capacità  eolica con il parco da 900 megawatt che verrà  realizzato nelle gole del fiume Columbia.20

Mentre finora l’attenzione degli Stati Uniti si è focalizzata sulle Grandi Pianure, un’altra zona sta cominciando a suscitare interesse. Per anni l’unico progetto eolico offshore nell’Est in corso di approvazione era uno da 400 megawatt al largo delle coste di Cape Cod, nel Massachusetts. Ora al Massachusetts si sono uniti Rhode Island, New York, New Jersey e Delaware. Quest’ultimo sta progettando un parco offshore da più di 600 megawatt, un’installazione che potrebbe soddisfare metà  della domanda di elettricità  a uso residenziale dello stato.21

Ci sono tre ragioni che rendono attraente l’eolico offshore sulla costa orientale degli Stati Uniti. La prima è che il vento è forte e costante. L’area che si estende dal Massachussets verso sud, fino al Nord Carolina ha una capacità  potenziale di generazione che supera il fabbisogno degli stati di questa regione. Secondo motivo: la costa orientale ha un litorale esteso e poco profondo che rende le piattaforme offshore meno costose. Infine, questa fonte di energia è vicina ai consumatori.22

A nord, il Canada, con il suo esteso territorio e una popolazione di soli 33 milioni di abitanti, è il paese con uno dei rapporti più elevati tra eolico e popolazione. In questo momento Ontario, Quebec e Alberta sono le regioni principali con la maggior potenza installata, ma negli ultimi mesi tre delle quattro province atlantiche del Canada, New Brunswick, Prince Edward Island e Nova Scotia, hanno iniziato a discutere dello sviluppo congiunto e dell’esportazione di parte della loro ricchezza in energia eolica verso le regioni densamente popolate nel nordest degli Stati Uniti.23

Per quanto sia impressionante la crescita statunitense, lo è ancor di più l’espansione in corso in Cina. La Cina ha circa 12 mila megawatt di potenza eolica, distribuita per la maggior parte in parchi eolici di dimensioni da 50 a 100 megawatt, con molti altri di taglia media in arrivo. Oltre a questo sta creando, attraverso il programma Wind Base, sei giganteschi parchi eolici, ognuno dei quali avrà  una potenza di almeno 10 gigawatt, e che saranno posizionati nella provincia del Gansu (15 gigawatt), Mongolia Interna Occidentale (20 gigawatt), Mongolia interna Orientale (30 gigawatt), Hebei (10 gigawatt), vicino alla città  di Hami, nella regione dello Xinjiang (20 gigawatt) e lungo la costa a nord di Shanghai nella provincia di Jiangsu (10 gigawatt). Una volta completati, avranno una capacità  pari a 105 gigawatt, corrispondente alla potenza eolica mondiale all’inizio del 2008.24

Uno degli aspetti più interessanti dei parchi eolici è la loro straordinaria efficienza in termini di terreno impegnato. Per esempio, un coltivatore di granoturco nel Nord dello Iowa può installare in un’area di poco più di 4.000 metri quadrati una turbina eolica che ogni anno produce energia per 300 mila dollari. Dalla stessa porzione di terreno coltivata a granoturco si otterrebbero circa 1.900 litri di etanolo, per un valore di mercato di 960 dollari. La straordinaria resa energetica del terreno usato per alloggiare le turbine eoliche aiuta a spiegare il motivo per cui gli investitori considerano i parchi eolici così allettanti.25

Inoltre, visto che le turbine occupano solo l’1% dello spazio complessivo di un parco eolico, questa tecnologia permette agli agricoltori e agli allevatori di continuare a coltivare grano e foraggio e a pascolare le loro mandrie. Quindi, di fatto, possono raddoppiare la resa dei loro terreni, producendo contemporaneamente alimenti (grano, mais o bestiame) ed energia. Agricoltori e allevatori, senza alcun investimento a loro carico, ricevono in media da 3.000 a 10.000 dollari l’anno di diritti per ognuna delle turbine erette nei loro terreni. Migliaia di allevatori nella zona delle Grandi Pianure nel giro di pochi anni guadagneranno più dalla vendita dell’energia prodotta sui propri terreni che dai bovini.26

Nel passato, uno dei dubbi avanzati nei confronti dell’eolico era il pericolo che rappresentava per l’avifauna, rischio che, tuttavia, può essere gestito conducendo accurate ricerche prima della scelta dell’area di installazione per evitare di interferire con le aree di migrazione e di riproduzione. Lo studio più recente indica che le morti tra i volatili dovute a impianti eolici sono insignificanti in confronto a quelle causate dall’impatto con i grattacieli, dalle collisioni con gli autoveicoli o dalla cattura da parte dei gatti.27

Altri sono critici a causa dell’impatto sul paesaggio. Quando alcuni guardano una centrale eolica, percepiscono un degrado del panorama. Altri ci vedono una fonte di energia che salverà  la civiltà . Sebbene vi siano problemi legati alla sindrome NIMBY (Not In My BackYard, “non nel mio giardino”), la risposta PIMBY (Put In My BackYard, “mettila nel mio giardino”) è sempre più diffusa. Nelle comunità  rurali degli Stati Uniti, che siano proprietari di ranch nel Colorado o allevatori della parte settentrionale dello stato di New York, la competizione per le centrali eoliche è agguerrita. Ciò non sorprende, visto che i posti di lavoro che si creano, i diritti e i proventi generati dalle tasse provenienti dalle turbine eoliche sono i benvenuti nelle comunità  locali.

Il cuore del Piano B è costituito da un programma immediato di sviluppo di 3.000 gigawatt (tre milioni di megawatt) di potenza eolica entro il 2020, sufficienti a garantire il 40% del fabbisogno elettrico mondiale.28

Questo progetto, che contribuirà  a stabilizzare il clima globale, richiederà  l’installazione di un milione e mezzo di turbine da 2 megawatt. Costruirne una tale numero entro i prossimi 11 anni sembra un’impresa titanica, almeno finché non si paragona questo piano con i 70 milioni di autoveicoli prodotti nel mondo ogni anno. Considerato un costo medio di 3 milioni di dollari a turbina installata, questo significa un investimento di 4.500 miliardi di dollari entro il 2020, ovvero 409 miliardi l’anno. Una cifra come questa è comparabile con quella del settore del petrolifero e del gas, dove è previsto che gli investimenti raggiungano la cifra di 1.000 miliardi di dollari l’anno entro il 2016.29

Le turbine eoliche possono essere prodotte in grande quantità  in catena di montaggio, come avvenne durante la Seconda guerra mondiale per i bombardieri B24 nell’enorme stabilimento di assemblaggio Ford di Willow Run, nel Michigan. L’industria automobilistica americana dispone di risorse sufficienti per costruire il numero di turbine necessarie a portare a compimento il Piano B. Non solo esistono le fabbriche per costruirle, ma c’è anche personale esperto, impaziente di tornare al lavoro. Nello stato del Michigan, ad esempio, cuore della regione ventosa dei Grandi Laghi, molti degli impianti di produzione automobilistica attualmente non sono operativi.30

L’eolico ha diversi punti a suo favore. Per le aziende elettriche, essere in grado di firmare contratti a lungo temine a prezzo fisso è una manna per sé e per i propri clienti. Se si rivolgono al gas naturale, si affidano a una fonte di energia dal prezzo estremamente volatile. Se invece scelgono l’energia prodotta tramite carbone, devono affrontarne l’incertezza del costo futuro.

Il potere di attrazione dell’energia eolica traspare dalla sua crescita nei confronti delle altre fonti di energia. Ad esempio, nel 2008 l’eolico costituiva il 36% della nuova potenza installata in Europa in confronto al 29% del gas naturale, 18% del fotovoltaico, 10% del petrolio e solo il 3% del carbone. Negli Stati Uniti la nuova capacità  eolica realizzata ogni anno ha superato con largo margine il carbone a partire dal 2005.
A livello mondiale, nel 2008 non è stata installata nuova potenza nucleare mentre l’eolico ha realizzato un totale di 27 mila megawatt. La struttura mondiale dell’economia energetica non sta solo cambiando, ma lo sta facendo molto velocemente.31

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