Il termine “idroelettrico” è stato tradizionalmente collegato alle grandi dighe, ma oggi comprende anche lo sfruttamento dell’energia delle maree e delle onde nonché l’utilizzo di micro-turbine da flusso con cui catturare direttamente l’energia dei fiumi e delle maree senza bisogno di sbarramenti.99
Circa il 16% dell’elettricità mondiale proviene dal comparto idroelettrico, principalmente dalle grandi dighe. Alcuni paesi come il Brasile e la Repubblica Democratica del Congo ottengono la maggior parte della loro elettricità dall’energia dei fiumi. La costruzione di grandi dighe è fiorita nella seconda metà del secolo scorso ma è successivamente rallentata. I siti adatti alla costruzione di una diga ancora accessibili sono diminuiti e contemporaneamente vi è stata una maggiore consapevolezza dei danni agli ecosistemi e dei costi connessi al trasferimento forzato delle popolazioni indigene e all’inondazione di terre produttive.100
Continuano a essere considerati con favore quei progetti su piccola scala che non sono altrettanto devastanti. Nel 2006 nelle aree rurali cinesi sono state costruite piccole dighe per una potenza totale di 6.000 megawatt. Per molte comunità locali esse rappresentano, ad oggi, l’unica fonte di energia elettrica. Sebbene la Cina sia in prima posizione nelle nuove realizzazioni, molti altri paesi stanno costruendo impianti di piccola taglia, via via che i cambiamenti nell’economia rendono competitive le fonti rinnovabili rispetto ai combustibili fossili. Esiste anche un interesse crescente per le micro-turbine che non hanno bisogno di dighe e hanno quindi minori impatti ambientali.101
L’energia ricavata dalle maree suscita interesse a causa del suo enorme potenziale. La Baia di Fundy, in Canada, per esempio, ha una capacità di generazione pari a più di 4.000 megawatt. Altri paesi ancora stanno esaminando possibili progetti nella scala dei 7.000-15.000 megawatt.102
Il primo grande impianto di sfruttamento delle maree, lo sbarramento di La Rance, in Bretagna, con capacità una generativa di 240 megawatt, fu costruito 40 anni fa in Francia ed è attivo ancora oggi. Negli ultimi anni, l’interesse per l’energia mareomotrice si è diffuso rapidamente.
La Corea del Sud, ad esempio, sta realizzando un progetto da 254 megawatt sulla sua costa occidentale. Quando sarà completato questo impianto fornirà elettricità sufficiente per il mezzo milione di persone che vivono nella vicina città di Ansan.
30 chilometri più a nord, vicino a Inchon, gli ingegneri stanno progettando un impianto per lo sfruttamento delle maree da 812 megawatt. Nel marzo 2008, Lunar Energy, una compagnia inglese, ha aggiunto un accordo con Korea Midland Power per sviluppare un parco di turbine al largo della costa del Sud Corea che genererà 300 megawatt. La Cina sta progettando una centrale da 300 megawatt alla foce del fiume Yalu, vicino alla Corea del Nord. Molto più a sud, la Nuova Zelanda sta progettando un impianto da 200 megawatt nel porto di Kaipara, sulla costa settentrionale del paese.103
Progetti colossali sono allo studio in numerosi altri paesi, tra cui India, Regno Unito e Russia. L’India prevede di costruire una barriera di oltre 60 chilometri attraverso il Golfo di Khambat, sulla costa nord-occidentale del paese, con una capacità generativa di 7.000 megawatt. In Gran Bretagna molti leader politici stanno facendo pressioni per un impianto a marea da 8.600 megawatt nell’estuario del Severn, sulla costa sud-occidentale del paese, equivalente all’11% della capacità di produzione elettrica britannica. Progettisti russi sono impegnati nell’ideazione di impianti a marea per 15 mila megawatt nel Mar Bianco, nella parte nord-occidentale del paese vicina alla Finlandia. Una parte dell’energia prodotta in questo sito sarà probabilmente esportata in Europa. è poi in discussione un impianto che dovrebbe essere realizzato nella Baia di Turgurski, sulla costa della regione più a est del paese, dovrebbe fornire 8.000 megawatt di energia all’industria locale.104
Negli Stati Uniti, l’attenzione è rivolta agli impianti a marea di taglia più piccola. A partire dal 2007, la Federal Energy Regulatory Commission ha concesso più di trenta permessi preliminari, che comprendono i progetti a Puget Sound, nella baia di San Francisco e nell’East River di New York. Quello della baia di San Francisco, della Oceana Energy Company, avrà almeno 40 megawatt di potenza.105
L’energia delle onde, pur essendo alcuni anni indietro rispetto a quella delle maree, sta iniziando ad attrarre l’attenzione di tecnici e investitori. Negli Stati Uniti, l’azienda di servizi PG&E del nord della California ha registrato un progetto di sviluppo di un parco da 40 megawatt al largo della costa nord del paese. Alla Green Wave Energy Solutions sono stati concessi i permessi per due progetti di potenza fino a 100 megawatt ognuno, al largo della costa californiana, uno a nord e uno a sud. Inoltre, San Francisco sta cercando di ottenere il permesso per sviluppare un progetto di energia da onde marine da 10-30 megawatt lungo le proprie coste.106
Il primo parco di questo tipo al mondo, un impianto da due megawatt costruito dalla inglese Pelamis Wave Power, è in attività al largo della costa del Portogallo. In una seconda fase se ne prevede l’espansione a 22 megawatt. Le aziende scozzesi Aquamarine Power e Airtricity stanno collaborando per la costruzione di 1.000 megawatt di capacità di generazione da onde e maree lungo la costa dell’Irlanda e della Gran Bretagna. Anche l’Irlanda ha un obiettivo di sviluppo energetico da moto ondoso ambizioso: 500 megawatt di potenza generativa entro il 2020, abbastanza per generare il 7% della sua elettricità . A livello mondiale la raccolta di energia dalle onde marine potrebbe generare la strabiliante quantità di elettricità di 10 mila gigawatt, un valore più che doppio rispetto all’attuale potenza elettrica mondiale generata da tutte le fonti, pari a 4.000 gigawatt.107
Prevediamo che i 945 gigawatt (945 mila megawatt) di energia idroelettrica in funzione nel mondo nel 2008 aumenteranno fino a 1.350 entro il 2020. Secondo le proiezioni ufficiali della Cina, saranno aggiunti 270 gigawatt, in gran parte provenienti dalle grandi dighe del sud-ovest del paese. I restanti 135 della nostra previsione di crescita verranno da un gruppo di grandi dighe in costruzione in paesi come il Brasile e la Turchia, da numerosi impianti idroelettrici di piccola taglia, da un numero crescente di progetti alimentati a maree e da numerosi piccoli progetti di energia generata dal moto ondoso.108
Negli Stati Uniti, dove l’attenzione per la costruzione di nuove dighe è modesta, si assiste comunque a una rinascita dell’interesse per l’installazione degli impianti di generazione su dighe che ne sono prive e per il potenziamento di impianti idroelettrici già esistenti. Se l’interesse per l’energia delle maree e delle onde continuerà a crescere in tutto il mondo, la capacità aggiuntiva generata da queste due fonti potrebbe facilmente superare i 400 gigawatt necessari a raggiungere l’obiettivo del Piano B entro il 2020.109
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