Tra il 2000 e il 2050 è previsto che la popolazione mondiale crescerà di circa 3 miliardi, ma solo una piccola parte di questo aumento si verificherà nei paesi industrializzati o nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo. L’incremento riguarderà principalmente le città dei paesi poveri e si tradurrà soprattutto in una crescita delle baraccopoli.64
Che si tratti di favelas in Brasile, di barriadas in Perù o di gecekondu in Turchia, le baraccopoli sono aree urbane abitate da persone poverissime che non possiedono la terra su cui vivono. Esse semplicemente “occupano” (squat) una zona libera, pubblica o privata.65
La vita in questi insediamenti è caratterizzata da abitazioni totalmente inadeguate e senza accesso ai servizi cittadini. Come scrive Hari Srinivas, coordinatore del Global Development Research Center, questi emigranti “agro-urbani” attuano “la drastica scelta di occupare illegalmente un pezzo di terra libero per costruirsi un rifugio rudimentale” semplicemente perché non hanno altre possibilità . Spesso sono trattati con indifferenza, o addirittura con esplicita ostilità dagli enti pubblici, che li considerano invasori e fonte di problemi. Alcuni vedono gli insediamenti abusivi come un “male” sociale, qualcosa che deve essere estirpato.66
Uno dei metodi più validi per gestire al meglio i flussi migratori dalla campagna alla città consiste nel migliorare le condizioni di vita negli ambienti rurali. Ciò significa non solo fornire i servizi sociali di base, come l’assistenza sanitaria e la scuola dell’obbligo (come descritto nel capitolo 7), ma anche di incentivare gli investimenti industriali nelle piccole cittadine sparse nella campagne, piuttosto che concentrarli nelle metropoli come Città del Messico o Bangkok. Questa linea politica dovrebbe rallentare il flusso migratorio verso le grandi città rendendolo più ordinato.
L’evoluzione delle città dei paesi in via di sviluppo è spesso condizionata dalla natura imprevedibile delle baraccopoli. Permettere a occupanti abusivi di installarsi ovunque possano, su pendii scoscesi, in aree soggette ad allagamenti o esposte ad altri rischi rende difficoltosa la fornitura dei servizi di base come trasporti, acqua e assistenza sanitaria. La città di Curitiba (http://www.promobrasil.it/Album/Curitiba/Curitiba.htm), punta di diamante nella nuova urbanizzazione, ha individuato apposite zone per gli insediamenti che nascono in conseguenza dei flussi migratori. Grazie alla pianificazione, lo sviluppo di questi insediamenti può almeno essere reso coerente con le direttive contenute nei piani regolatori.67
Fra i servizi più semplici che possono essere offerti in una baraccopoli ci sono i rubinetti per l’acqua corrente e potabile e le toilette comunitarie a compostaggio. Questi due accorgimenti possono contribuire a scongiurare i rischi sanitari delle aree sovraffollate. I trasporti pubblici regolari consentono ai lavoratori che vivono nelle baraccopoli di raggiungere i luoghi di lavoro. Se l’esempio di Curitiba venisse seguito su vasta scala, i parchi e altre aree comuni potrebbero essere inglobate nella comunità fin dall’inizio.
Alcune élite politiche vorrebbero semplicemente demolire le baraccopoli, ma ciò rimuoverebbe soltanto i sintomi dell’indigenza urbana, e non le loro cause. L’opzione di gran lunga preferibile è quella di risanare e migliorare le condizioni abitative sul posto, e il mezzo per ottenere che ciò avvenga è assicurare la proprietà agli occupanti tramite piccoli mutui, permettendo loro di effettuare migliorie nel tempo.68
Il risanamento delle baraccopoli dipende dalle amministrazioni locali che decidono di affrontare il problema piuttosto che ignorarlo. I progressi nello sradicamento della povertà e nella creazione di comunità stabili e innovative si basano sulla capacità di stabilire legami costruttivi con chi governa. La concessione di mutui e microcrediti supportati dal settore pubblico può aiutare non solo a istituire un collegamento tra le amministrazioni locali e le comunità di occupanti abusivi, ma anche a dare loro speranza.69
Nonostante i leader politici sperino che questi insediamenti siano un giorno abbandonati, la realtà è che continueranno a espandersi. La sfida è quella di integrarli umanamente nella vita cittadina in modo che abbiano speranza e possibilità di evolversi. L’alternativa è un crescente risentimento, attriti sociali e violenza.
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