Mentre ci prepariamo a nutrire una popolazione mondiale che raggiungerà gli 8 miliardi di persone entro i prossimi vent’anni, stiamo entrando in una nuova era alimentare. I primi segnali degli scenari che si vanno delineando sono i prezzi record dei cereali, le restrizioni sulle esportazioni cerealicole da parte dei paesi esportatori e l’acquisizione all’estero di vaste estensioni di terreno da parte delle nazioni importatrici. E poiché alcuni fra i paesi ove i terreni vengono acquistati non hanno abbastanza terra per nutrire adeguatamente la propria popolazione, vengono poste le basi per futuri conflitti fra i cosiddetti “predoni delle terre” (land grabber) e le popolazioni locali ridotte alla fame.
Arabia Saudita, Corea del Sud e Cina, paesi afflitti da una crescente insicurezza alimentare, sono anche le nazioni che stanno acquisendo più terreni all’estero. I raccolti di frumento dell’Arabia Saudita si stanno riducendo di pari passo alla perdita di acqua per irrigazione dovuta all’impoverimento delle falde acquifere. La Corea del Sud è fortemente dipendente dalle importazioni di mais per alimentare i propri allevamenti di bestiame e pollame, ma il suo principale fornitore, gli Stati Uniti, usano il mais per sintetizzare combustibile per autotrazione piuttosto che esportarlo. La Cina sta perdendo acqua per irrigazione a mano a mano che le sue falde acquifere si prosciugano e i suoi ghiacciai scompaiono.1
La crescente competizione per le terre oltre i confini nazionali è indirettamente una competizione per l’acqua. In effetti, le acquisizioni di terre sono anche acquisizioni di acqua. Se per esempio il Sudan vende o affitta suoli ad altri paesi, l’acqua per irrigarli proverrà molto probabilmente dal Nilo, e ciò la sottrarrà all’Egitto.
L’attenzione si è giustamente focalizzata sull’insicurezza petrolifera, ma l’insicurezza alimentare è una cosa diversa. Se esistono alternative al petrolio, non ce ne sono per il cibo.
Nell’economia alimentare mondiale, così come avviene nell’economia energetica, il raggiungimento di un equilibrio accettabile fra domanda e offerta passa attraverso la riduzione della domanda e l’espansione dell’offerta. Questo equilibrio si può ottenere con il passaggio verso famiglie meno numerose, in modo da ridurre la popolazione futura. Per coloro che vivono nei paesi ricchi, significa consumare meno proteine di origine animale. Per i paesi in una situazione di insicurezza petrolifera, vuol dire individuare dei sostituti per il petrolio diversi dai combustibili derivanti da prodotti alimentari.
Come osservato in precedenza, garantire le future forniture alimentari significa oggi andare oltre il solo settore dell’agricoltura. In questo pianeta sovrappopolato e in via di surriscaldamento, le politiche riguardanti l’energia, la demografia, l’acqua, il clima e i trasporti hanno tutte un effetto diretto sulla sicurezza alimentare. Detto ciò, ci sono molte cose che possono essere fatte per incrementare la produttività dei suoli e dell’acqua.
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