PIANO B 4.0 | 9.3 Produrre proteine in modo più efficiente


Un altro modo per aumentare la produttività , sia quella della terra sia quella idrica, consiste nel produrre proteine animali in modo più efficiente. Se circa il 36% (750 milioni di tonnellate) dei raccolti mondiali di cereali è destinato all’allevamento per la produzione di proteine animali, anche un piccolo incremento di efficienza può consentirne di risparmiare grandi quantità .37

Il consumo mondiale di carne è cresciuto da 44 milioni di tonnellate nel 1950 a 260 milioni nel 2007, con un incremento del consumo procapite da 17 chilogrammi a 39. Anche i consumi di uova e latte sono cresciuti. In ogni società  nella quale si è registrato un aumento di reddito si è avuto un incremento del consumo di carne, anche in risposta a un gusto che si è evoluto in 4 milioni di anni di storia delle popolazioni di cacciatori-raccoglitori.38

Considerando che la pesca oceanica e la produzione di bovini da pascolo si sono ormai stabilizzate, si è verificato un passaggio alla produzione di proteine animali basata sui cereali al fine di incrementarne la resa. Nel mercato della carne, le preoccupazioni per la salute e le differenze di prezzo stanno inducendo i consumatori a preferire alla carne bovina e suina il pollame e il pesce, carni che provengono da animali che convertono i cereali in proteine in modo più efficiente. L’efficienza con cui le varie specie convertono i cereali in proteine è assai variabile. Un bovino di allevamento necessita di circa 7 chilogrammi di cereali per ottenere un chilogrammo di aumento di peso. Per i suini il valore è di poco superiore a 3 chilogrammi di cereali per un chilogrammo di aumento di peso, per il pollame è poco più di 2 chilogrammi e per le specie erbivore di pesci di allevamento (come le carpe, il pesce gatto e i pesci di acqua dolce) è inferiore a 2 chilogrammi. I cambiamenti del mercato spingono verso l’incremento delle produzioni che richiedono minor dispendio di cereali, aumentando la produttività  della terra e dell’acqua.39

La produzione globale di carne bovina, gran parte della quale proviene dai pascoli, è cresciuta di meno dell’1% annuo dal 1990 al 2007. La crescita del numero di allevamenti di bovini è stata minima. La produzione di carne suina è cresciuta del 2% all’anno e il pollame di quasi il 5%.
La produzione mondiale di carne suina, metà  della quale attualmente proviene dalla Cina, ha sorpassato la produzione di carne bovina nel 1979 e da allora ha continuato ad aumentare il proprio vantaggio. La crescita della produzione di pollame è passata da 41 milioni di tonnellate nel 1990 a 88 milioni di tonnellate nel 2007, sopravanzando la produzione bovina nel 1995 e attestandosi in seconda posizione dietro la carne suina.40

Anche gli allevamenti di pesce, che sono in rapida espansione e sono estremamente efficienti nel convertire i cereali in proteine, potrebbero superare la produzione bovina nei prossimi anni. L’acquacoltura è stata infatti la fonte di proteine animali sviluppatasi più rapidamente dal 1990, soprattutto perché i pesci erbivori convertono il cibo in proteine in modo molto efficiente. La produzione dell’acquacoltura è passata da 13 milioni di tonnellate nel 1990 a 50 milioni di tonnellate nel 2007, con una crescita di più dell’8% annuo.41

L’attenzione del pubblico si è focalizzata sugli stabilimenti di acquacoltura inefficienti o distruttivi dal punto di vista ambientale, come gli allevamenti di salmone, una specie carnivora, e dei gamberi. Questi allevamenti producono poco più del 10% del pesce allevato globalmente. Gli allevamenti di salmoni sono inefficienti perché vengono alimentati con mangime di origine ittica, proveniente in genere dagli scarti della lavorazione del pesce, o con pesci di scarso valore pescati appositamente. Gli allevamenti di gamberi spesso comportano la distruzione delle foreste di mangrovie costiere per creare delle aree dedicate. L’allevamento di salmoni e di gamberi in vasche in mare aperto, creano concentrazioni di scarti che contribuiscono alla formazione di zone morte e all’eutrofizzazione.42

A livello mondiale, nell’acquacoltura prevalgono le specie erbivore, soprattutto le carpe in Cina e India, ma anche il pesce gatto negli Stati Uniti e pesci d’acqua dolce in diversi paesi. A queste specie si affiancano poi i crostacei. Questi allevamenti hanno le maggiori potenzialità  di sviluppo della produzione di proteine animali. La Cina produce il 62% delle forniture globali di pesce di allevamento. Il settore dell’acquacoltura è dominato dai pesci d’acqua dolce (soprattutto carpe) che vengono allevati in vasche di acqua dolce, laghi, riserve e risaie, e dai crostacei (soprattutto ostriche, cozze e vongole), che vengono prodotti soprattutto nelle zone costiere.43

La Cina ha sviluppato policolture ittiche che utilizzano quattro tipi di carpa in grado di alimentarsi a livelli diversi della catena alimentare, emulando così gli ecosistemi acquatici naturali. La carpa argentata e quella a testa grossa si nutrono di microrganismi sospesi nell’acqua, rispettivamente di fitoplancton e zooplancton. La carpa erbivora, come dice il nome stesso, si ciba soprattutto di alghe e piante sommerse, mentre la carpa comune si nutre di sostanze finali, ovvero i detriti. Queste quattro specie costituiscono quindi un piccolo ecosistema, ognuna collocandosi in una nicchia particolare. Questo allevamento multispecie, che converte il cibo in proteine di alta qualità  con notevole efficienza, ha permesso alla Cina di produrre circa 14 milioni di tonnellate di carpe nel 2007.44
Sebbene la produzione di pollame sia cresciuta rapidamente in Cina e in altri paesi in via di sviluppo, è stata messa in ombra dalla crescita fenomenale dell’acquacoltura. Quella cinese è di 31 milioni di tonnellate, doppia rispetto a quella del pollame, e ciò fa della Cina il primo fra i grandi paesi in cui l’allevamento di pesci ha superato quello del pollame.45

L’acquacoltura in Cina è spesso integrata con l’agricoltura per dare agli agricoltori la possibilità  di utilizzare i detriti agricoli, letami dei maiali e delle oche, per fertilizzare le vasche, favorendo così la crescita del plancton che serve come alimento ai pesci. La policoltura dei pesci, che comunemente incrementa di almeno il 50% la produttività  rispetto ai vivai monocolturali, è largamente diffusa sia in Cina sia in India.46

Via via che i redditi aumentano in Asia, altri paesi nel continente si dedicano all’acquacoltura. Fra questi vi sono la Thailandia e il Vietnam. Quest’ultimo, ad esempio, nel 2001 ha elaborato un progetto per destinare all’acquacoltura 700 mila ettari di terra del delta del Mekong, dove attualmente già  si producono più di un milione di tonnellate di pesce e gamberi.47

Negli Stati Uniti il pesce gatto è il prodotto più importante dell’acquacoltura con 272 mila tonnellate annue (circa 907 grammi a persona) concentrate negli allevamenti del sud. Il Mississippi, che ne produce metà  del totale, è la capitale mondiale del pesce gatto.48

Quando cerchiamo proteine di alta qualità , pensiamo alla soia in forma di tofu, hamburger vegetali o altri sostituti della carne. Tuttavia, la maggior parte dei raccolti mondiali di soia a rapida crescita viene consumata indirettamente attraverso il manzo, il maiale, il pollame, il latte, le uova e il pesce di allevamento di cui ci nutriamo. Anche se in modo non visibile nella nostra dieta, l’inserimento della soia nei mangimi ha infatti rivoluzionato l’industria alimentare mondiale. Nel 2008 gli agricoltori hanno prodotto complessivamente 213 milioni di tonnellate di soia, una ogni 10 tonnellate di cereali prodotti. Di queste, circa 20 milioni venivano consumate direttamente in forma di tofu o di sostituti della carne. Dei restanti 193 milioni, dopo averne salvati una piccola parte per la semina, la gran parte sono stati macinati per ottenere 36 milioni di tonnellate di olio di soia, separandolo dalla farina ad alto valore proteico.49

I circa 150 milioni di tonnellate di farina di soia che rimangono dopo l’estrazione dell’olio vengono utilizzati come mangime per mucche, maiali, polli e pesci. La combinazione di farina di soia e farina di cereali, con circa una parte di farina di soia su quattro di cereali, aumenta considerevolmente l’efficienza della trasformazione dei cereali in proteine animali, a volte quasi raddoppiandola. I tre maggiori produttori mondiali di carne, Cina, Stati Uniti e Brasile, attualmente utilizzano in modo massiccio la farina di soia come integratore proteico dei mangimi.50

L’uso massiccio di farina di soia per migliorare l’efficienza dei mangimi contribuisce a spiegare perché la quota mondiale di cereali utilizzata come mangime non sia cresciuta negli ultimi 20 anni, nonostante l’impennata della produzione di carne, latte, uova e pesce da allevamento. Spiega anche perché la produzione mondiale di soia sia aumentata di circa 13 volte dal 1950.51
Le crescenti pressioni sulle risorse terrestri e acquatiche hanno condotto all’evoluzione di promettenti sistemi di produzione di proteine animali che si avvalgono di foraggio grezzo piuttosto che di cereali. Un esempio in questo senso è la produzione di latte in India che dal 1970 si è quintuplicata, da 21 milioni di tonnellate a 106. Nel 1997 l’India ha sorpassato gli Stati Uniti diventando il maggior produttore mondiale di latte e di altri prodotti caseari.52

La scintilla di questa crescita esplosiva si accese nel 1965, quando un intraprendente giovane indiano, Verghese Kurien, organizzò il National Dairy Development Board (Comitato nazionale per lo sviluppo caseario), un’organizzazione di supporto alle cooperative casearie. Lo scopo principale di queste cooperative era la vendita del latte proveniente da mandrie minuscole, composte in media da due o tre mucche, e la creazione di un collegamento fra il mercato in crescita dei prodotti caseari e i milioni di famiglie che abitavano nei villaggi e che disponevano di piccoli surplus da vendere.53

La creazione del mercato del latte ne spronò la produzione fino a quintuplicarla. In un paese in cui la carenza di proteine compromette drammaticamente la crescita infantile, incrementare la fornitura del latte da meno di mezza tazza al giorno a persona di 30 anni fa alla attuale tazza giornaliera rappresenta un grosso avanzamento.54

Ciò che è straordinario è che l’India ha costruito la più grande industria casearia del mondo quasi interamente sul foraggio grezzo: paglia di grano, paglia di riso, steli di cereali, erba raccolta sui cigli delle strade. Anche così, il valore del latte prodotto ogni anno supera attualmente quello del raccolto di riso.55

Un secondo modello di produzione di proteine, anch’esso basato sui ruminanti e il foraggio grezzo, si è sviluppato in quattro province della Cina orientale (Hebei, Shangdong, Henan e Anhui), nelle quali il doppio raccolto invernale di grano e mais è abituale. Anche se la paglia residuata dal frumento e gli steli dei cereali sono spesso usati come combustibile per cucinare, gli abitanti dei villaggi stanno cercando di ricorrere ad altre fonti di energia al fine di preservare la paglia e gli steli per nutrire le mucche.56

Queste quattro province cinesi, soprannominate la “cintura della carne” dai funzionari statali, utilizzano i residui dei raccolti per produrre molta più carne di quanto avviene dalle province del nord-ovest ricche di pascoli. L’impiego dei residui dei raccolti per produrre latte in India e carne in Cina permette agli agricoltori di effettuare una doppia mietitura da un unico raccolto, innalzando così la produttività  sia della terra sia dell’acqua. Sistemi simili potrebbero essere adottati anche in altri paesi, specie laddove la pressione demografica si va intensificando (con il conseguente aumento nella richiesta di carne e latte) e dove gli agricoltori cercano nuovi modi di convertire i prodotti vegetali in proteine animali.57

Il mondo ha disperatamente bisogno di tecniche come quelle appena descritte per produrre proteine in forma più efficiente. I consumi di carne stanno crescendo del doppio rispetto alla crescita della popolazione, quelli di uova quasi del triplo e la domanda di pesce, sia dagli oceano sia dagli allevamenti, sta anch’essa sopravanzando la crescita demografica.58

Mentre il mondo ha avuto a disposizione parecchi decenni per capire come alimentare 70 milioni di persone in più ogni anno, non è in grado di affrontare i circa 5 miliardi di persone che lottano per consumare più proteine. Per farsi un’idea di ciò che significa, considerate quello che è successo in Cina, dove una crescita economica record ha in effetti accelerato la storia, dimostrando come la dieta cambia quando i redditi crescono rapidamente. Nel 1978, il consumo di carne in Cina consisteva per la gran parte di ridotte quantità  di maiale. Da allora, il consumo di carne, ossia maiale, manzo, pollame e montone è aumentato notevolmente, spingendo i consumi totali di carne della Cina a livelli di gran lunga superiori a quelli degli Stati Uniti.59

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