Il settore dell’edilizia è responsabile a livello mondiale di una buona parte del consumo di energia e di impiego di materie prime. Negli Stati Uniti gli edifici commerciali e residenziali consumano il 72% dell’elettricità e sono responsabili del 38% delle emissioni di CO2. Nel mondo, la costruzione degli edifici utilizza il 40% di tutte le materie prime.29
Dato che mediamente gli edifici durano 50-100 anni o più, spesso si considera che il miglioramento degli standard edilizi in termini di efficienza energetica sia un processo a lungo termine. Ciò non è vero. Con la riqualificazione energetica (retrofit) di un edificio vecchio e inefficiente si può risparmiare fino al 20-25% di energia. Se poi a questo si aggiunge, con un passo successivo, l’impiego di elettricità che non provochi emissioni climalteranti, prodotta sul posto o acquistata, per riscaldare, raffrescare o illuminare l’edificio, si concluderà l’opera. Subito! Un edificio che opera senza emissioni di carbonio.30
Il settore delle costruzioni e dei beni immobili stanno riconoscendo il valore degli edifici “verdi”. Una società australiana, la Davis Landgon, ha osservato che è presente un’aumentata percezione della “lampante osbsolescenza degli edifici non ecosostenibili”, tale da portare a un’ondata di innovazione, sia nel settore edile che in quello immobiliare. Inoltre, Davis Langdon afferma che “orientarsi verso soluzioni verdi significa dare sicurezza ai propri investimenti”.31 Alcuni paesi stanno prendendo impegni concreti. Tra questi, spicca la Germania, che da gennaio 2009 obbliga tutti i nuovi edifici a migliorare drasticamente l’efficienza energetica o ad approvvigionarsi da fonti rinnovabili per almeno il 15% dell’energia utilizzata per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti. I proprietari di edifici, sia vecchi che nuovi, hanno a disposizione aiuti economici statali per l’installazione di impianti a energia rinnovabile o per migliorare l’efficienza energetica. In pratica, una volta che i costruttori e i proprietari di case cominciano a progettare installazioni di questo genere, essi si rendono conto rapidamente che, nella maggior parte dei casi, sia economicamente conveniente andare ben oltre gli standard minimi imposti.32
Anche negli Stati Uniti si vanno già manifestando segnali di miglioramento. Nel febbraio del 2009, il Congresso ha approvato e poi il Presidente Barack Obama ha sottoscritto l’American Recovery and Reinvestment Act, una legge pensata per stimolare l’economia degli Stati Uniti. Una prima parte di questa legge prevede l’isolamento per oltre un milione di abitazioni, partendo da una valutazione energetica che identifichi le misure in grado di farne rapidamente calare il consumo di energia. Una seconda parte della legge si occupa della coibentazione e della riqualificazione energetica di una gran parte degli edifici residenziali popolari della nazione. Una terza componente di questo intervento legislativo riguarda il miglioramento dell’impatto ambientale degli edifici governativi rendendoli più efficienti energeticamente e installando, dove sia possibile, sistemi come impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e collettori solari termici sul tetto per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua. La combinazione di questi progetti ha il fine di facilitare l’avvio di un nuovo e massiccio settore produttivo in grado di svolgere un ruolo attivo nell’aumento dell’efficienza energetica degli Stati Uniti e nel conseguente abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.33
Negli Stati Uniti, tra le aziende private, spicca la Green Building Council (USGBC), un’associazione americana per l’edilizia sostenibile, ben nota per i suoi programmi di certificazione e classificazione chiamati LEED: Leadership in Energy and Environmental Design. Il suo programma di certificazione volontaria stabilisce uno standard tanto alto da aver surclassato l’Energy Star, il programma di certificazione degli Stati Uniti. LEED prevede quattro livelli: base, silver, gold e platinum. Un edificio certificato LEED deve rispettare gli standard minimi di qualità ambientale, di uso dei materiali, di efficienza energetica e di consumo idrico. Gli edifici certificati LEED attraggono i compratori perché, rispetto agli edifici tradizionali, hanno bassi costi gestionali, alte rendite e abitanti più soddisfatti e sani.34
Gli standard di certificazione LEED per la costruzione di nuovi edifici nascono nel 2000. La valutazione di un edificio viene effettuata su richiesta del costruttore e dietro il pagamento di un compenso per la certificazione. Nel 2004, USGBC ha cominciato anche a certificare gli interni degli edifici commerciali e le migliorie effettuate da proprietari o locatari di edifici esistenti. Nel 2007 ha dato il via anche a standard di certificazione per i costruttori di singole abitazioni.35
Analizzando i criteri della certificazione LEED è possibile ottenere una ampia panoramica dei diversi modi praticabili per rendere un edificio più efficiente dal punto di vista energetico. Per un nuovo edificio si parte dalla valutazione del sito di costruzione, quindi si passa all’efficienza energetica e dei consumi idrici, per poi considerare anche la qualità dei materiali e dell’ambiente interno. Per quanto riguarda la valutazione del sito, viene assegnato un maggior punteggio in caso sia vicino a un servizio di trasporto pubblico come metropolitane, ferrovie leggere e autobus. Oltre quanto descritto, un punteggio più alto dipende anche dalla presenza di rastrelliere per le biciclette e servizi di docce per gli impiegati. I nuovi edifici devono anche massimizzare l’esposizione alla luce solare, con un minimo di illuminazione naturale nel 75% dello spazio occupato.36
Per quanto riguarda l’energia, punti addizionali possono essere ottenuti aumentando i livelli di efficienza richiesti dalla certificazione base. Ulteriori punteggi vengono dati per l’impiego di impianti a energia rinnovabile, compresi i moduli fotovoltaici sulla copertura, collettori solari termici e per l’acquisto di energia da fonte rinnovabile.37
Fino ad oggi, il programma LEED ha certificato 1.600 nuovi edifici negli Stati Uniti, circa altri 11.600 che hanno richiesto la valutazione energetica sono attualmente in costruzione o sotto forma di progetto. L’area di edifici commerciali che è stata certificata o registrata per l’emissione della certificazione raggiunge un totale di circa 465 milioni di metri quadrati (l’equivalente di 115 mila campi di calcio).38
Il palazzo degli uffici della Chesapeake Bay Foundation, destinato ai 100 membri del suo staff vicino Annapolis, nel Maryland, è stato il primo a ottenere una certificazione LEED platino. Tra le sue caratteristiche spiccano l’impiego di una pompa di calore geotermica per il riscaldamento e il raffrescamento, un impianto solare termico sulla copertura e dei servizi igienici accuratamente progettati per compostare i rifiuti organici, producendo un ricco humus che serve a fertilizzare il verde che circonda l’edificio.39
Il quartier generale nordamericano della Toyota a Torrance, in California, dove lavorano 2.000 impiegati, vanta una certificazione LEED oro e si distingue per un grande impianto solare fotovoltaico che produce gran parte dell’elettricità per l’edificio. La combinazione di gabinetti che non richiedono acqua e il riciclo di quella piovana permette all’edificio di operare con il 94% in meno di consumo idrico rispetto a un edificio delle stesse dimensioni progettato secondo i criteri tradizionali. Minore richiesta di acqua significa anche minore energia consumata.40
La torre della Bank of America a New York è il primo grande grattacielo che dovrebbe ottenere la certificazione platino. è dotato di una sua centrale a cogenerazione e raccoglie le acque piovane, riutilizza quelle di scarico e per la sua costruzione sono stati impiegati materiali riciclati.41
Un palazzo per uffici di 60 piani con una classificazione oro sta per essere costruito a Chicago: utilizzerà l’acqua del fiume per raffrescare l’edificio in estate, mentre la copertura verrà occupata da piante per ridurre le dispersioni idriche e le perdite di calore. Soluzioni per il risparmio energetico faranno spendere ai proprietari 800 mila dollari all’anno in meno sulle bollette. L’inquilino principale, Kirkland & Ellis LLP, uno studio legale con base a Chicago, ha insistito per l’ottenimento dello standard oro e che questa condizione venisse inclusa nel contratto.42
Lo stato della California ha commissionato a Capital E, una società di consulenza esperta in edilizia sostenibile, l’analisi dei benefici economici nei 33 edifici certificati LEED costruiti nello stato. Lo studio ha concluso che la certificazione aveva aumentato i costi di costruzione per circa 44 dollari al metro quadrato, ma poiché i costi operativi così come l’assenteismo e la turnazione degli impiegati si erano ridotti e la produttività era aumentata, gli edifici con standard LEED base e argento dimostravano di fornire un guadagno nel corso dei primi 20 anni di oltre 500 dollari per metro quadrato, mentre quelli oro e platino di oltre 740 dollari per metro quadrato.43
Nel 2002 è nata la versione internazionale della USGBC, il World Green Building Council. Nella primavera del 2009 raccoglieva gli istituti di Green Building Council di 14 paesi, compresi il Brasile, l’India e gli Emirati Arabi Uniti. Altri otto paesi, dalla Spagna al Vietnam, sono impegnati al raggiungimento dei prerequisiti necessari alla partecipazione. Tra gli attuali membri, l’India si piazza seconda nelle certificazioni dopo gli Stati Uniti, con 27 milioni di metri quadrati di area abitabile certificata LEED, seguita dalla Cina (26 milioni) e il Canada (24 milioni).44
Oltre a rendere ecocompatibili le nuove costruzioni c’è molto anche da fare per rendere più efficienti gli edifici vecchi. Nel 2007, la Fondazione Clinton ha annunciato un programma di riqualificazioni energetiche degli edifici denominato “Energy Efficiency Building Retrofit Program” che fa parte del più ampio progetto della Clinton Climate Initiative. In collaborazione con C40, (un gruppo di grandi città leader nell’impegno in campo climatico) questo programma ha unito cinque tra i più importanti gruppi bancari mondiali e quattro società leader nei servizi energetici (ESCO) a lavorare su di un gruppo iniziale di 16 città per ristrutturare edifici, riducendone il consumo di energia del 20-50%. Tra le città coinvolte troviamo alcune delle più grandi del mondo: Bangkok, Berlino, Karachi, Londra, Città del Messico, Mumbai, New York, Roma e Tokyo. Ognuna delle banche coinvolte (ABN AMRO, Citi, Deutsche Bank, JP Morgan Chase e UBS) si è impegnata a investire almeno un miliardo di dollari in questo progetto, sufficiente a raddoppiare l’attuale numero di riqualificazioni energetiche nel mondo.45
Le quattro ESCO partecipanti, Honeywell, Johnson Controls, Siemens e Trane, hanno il compito non solo di realizzare la riqualificazione energetica degli edifici, ma devono anche fornire delle garanzie di prestazione assicurando così che gli interventi effettuati siano convenienti dal punto di vista economico. Al lancio di questo programma, l’ex presidente Bill Clinton ha sottolineato che le banche e le società di servizi avrebbero guadagnato denaro, i proprietari degli edifici avrebbero risparmiato sulle bollette e le emissioni di CO2 si sarebbero ridotte. Nel febbraio 2009, la Clinton Climate Initiative era coinvolta in 250 progetti di riqualificazione energetica, per un totale di oltre 46,4 milioni di metri quadrati di spazio abitabile.46
Nell’aprile del 2009, i proprietari dell’Empire State Building annunciarono un progetto per la riqualificazione energetica dei 240 mila metri quadrati dei 102 piani di questo edificio quasi ottantenne. è prevista una diminuzione di consumo di energia di circa il 40% per un risparmio annuo di 4,4 milioni di dollari, che andrebbero a coprire le spese di riqualificazione nell’arco di tre anni.47
Oltre a queste misure volontarie, il governo ha fissato per legge standard minimi di efficienza energetica, che si sono rivelati molto efficaci. Queste norme hanno portato alla luce enormi differenze nell’efficienza energetica degli edifici tra la California e la media nazionale statunitense. Tra il 1975 e il 2002, la domanda energetica residenziale pro capite degli Stati Uniti si è ridotta del 16%. Tuttavia in California, che ha la normativa più severa e restrittiva, il calo è stato del 40%. Da questi dati è possibile trarre la conclusione che sono possibili enormi riduzioni dei consumi energetici degli edifici sia negli Stati Uniti, come certamente nel resto del mondo.48
Un convinto sostenitore di questo potenziale è Edward Mazria, un architetto del New Mexico attento alla questione climatica. Mazria, ha proposto un obiettivo per il 2030 denominato “2030 Challenge”. Il suo principale scopo è quello di far sì che entro questa data tutti gli architetti del paese progettino edifici che non utilizzino combustibili fossili. Mazria fa notare che il settore edile è quello maggiormente responsabile delle emissioni di anidride carbonica, in misura nettamente superiore al comparto dei trasporti. Egli arriva ad affermare “che sono gli architetti che posseggono la chiave per abbassare il termostato globale”. Per raggiungere questo obiettivo ha costruito una coalizione di numerose organizzazioni, tra cui l’American Institute of Architects, la USGBC e la U.S. Conference of Mayors (la Conferenza dei sindaci statunitensi).49
Edward Mazria riconosce la necessità di reimpostare la formazione nelle 124 scuole di architettura del paese per “trasformare l’architettura da un affidamento passivo e inconsapevole alle fonti energetiche fossili a un’architettura intimamente legata al mondo naturale nel quale viviamo”.50
Le soluzioni architettoniche e le tecnologie di costruzione attuali permettono agli architetti di progettare facilmente nuovi edifici dai consumi dimezzati rispetto al passato. Tra le tecniche di progettazione vi è lo sfruttamento della luce naturale, la copertura dei tetti con pannelli fotovoltaici e collettori solari termici per il riscaldamento dell’acqua per usi sanitari e degli ambienti, gli isolamenti consistenti, la ventilazione naturale, le pompe di calore geotermiche, gli infissi a taglio termico, i sanitari a secco, le tecnologie di illuminazione più efficienti e i sensori di presenza per comandare l’accensione delle luci. La progettazione e la costruzione di edifici energeticamente efficienti combinata con una massiccia produzione di energia da fonti rinnovabili rendono l’esercizio di queste strutture, non solo possibile, ma anche economicamente conveniente.51